sabato 9 agosto 2008

Sandra Nuy - Illustrazione e memoria


Pittura nelle caverne di Lascaux


I


„Nicht so ist es, daß das Vergangene sein Licht auf das Gegenwärtige oder das Gegenwärtige sein Licht auf das Vergangene wirft, sondern Bild ist dasjenige, worin das Gewesene mit dem Jetzt blitzhaft zu einer Konstellation zusammentritt. Mit anderen Worten: Bild ist die Dialektik im Stillstand. Denn während die Beziehung der Vergangenheit zur Gegenwart eine rein zeitliche ist, ist die des Gewesnen zum Jetzt eine Dialektische: nicht zeitlicher sondern bildlicher Natur". (Walter Benjamin, 1991, 578)


Traduzione approssimativa della citazione: "Il passato non illumina il presente ed il presente non illumina il passato. L'immagine si forma tra il contatto fulminante tra quello che è stato e quello che è. In altre parole: L'immagine è la dialetica del risposo. Perchè mentre il rapporto tra il passato ed il presente è esclusivamente temporaneo, il rapporto tra quello che è stato e quello che è diventa dialettico: non è di natura temporanea ma di natura figurativa." (Walter Benjamin, 1991, 578)



II


L'immagine è più vecchia della scrittura: Prima che gli uomini abbiano descritto la loro percezione del mondo la hanno illustrata - la pittura delle caverne di Lascaux e di Altamira sono gli esempi più importanti e belli. Per questo il disegno ha illustrato la realtà già da sempre e l'ha resa accesibile per le generazioni future.


L'immagine ha anche al di fuori della sua dimensione preistorica un'importanza storica perchè rappresenta il sistema di memoria più anziano degli uomini. L'ars memoriae è la componente principale della retorica antica e si basa su un mito di fondazione condizionato dall'immagine. Il poeta greco Simonides è l'unico sopravvissuto al crollo del tetto di una casa che poi ha sepolto tutti gli altri invitati. Simonides ha potuto identificare le vittime sfigurate solamente perchè si è ricordato dei posti che ciascuno aveva. In questo modo i parenti hanno potuto seppelire i morti come dovuto. Da allora la relazione tra le immagini ed il luoghi viene considerata come la soluzione chiave della mnemotecnica. La leggenda dice che l'ars memoriae fù inventata come un'arte con laquale si potesse vincere la dimenticanza. Questo nostra che la memoria non è solamente un fenomeno individuale, neuronale e psichico, ma anche sociale - ed inolte è sempre un fenomeno comunicativo e mediale.






Henri de Toulouse-Lautrec - Ball au Moulin Rouge (1891)Henri de Toulouse-Lautrec - Yvette Guilbert(1894)



Quali sono le qualità comunicative e mediali dell'immagine nel contesto della memoria sociale e colletiva? Le seguenti spiegazioni cercano di rispondere a qualche domanda. Tutto ciò può essere fatto che in modo superficiale dato che le discussioni sull'immagine sono troppo complesse per poter essere risolte nella loro totalità. Le ricerche sulla memoria sono già da alcuni anni molto apprezzate: la memoria è diventata un "espressione dominante delle scienze sociali" (Aleida Assmann). Ma anche la pratica politica e giornalistica si occupa spesso del soggetto, le varie culture della memoria sono temi di discussione constanti come pure controversi nella politica e la pubblictilà. Ma torniamo alla "dialettica del riposo". Come riusciamo a descriverla al di fuori del modo iconografico e utilizzando aspetti culturali e sociologici?Il filo di Arianna dell'argumentazione è la definizione dell'illustrazione come mezzo della costruzione della memoria culturale. In altre parole lo scopo è di definire le caratteristiche specifiche dell'illustrazione in quanto alla sua forma di un'organizzazione del sapere culturale.



III


La discussione sul contenuto, l'espressione e la trasmissione del sapere collettivo è il punto centrale di tutti i concetti sulla memoria culturale. La definizione della memoria culturale di Jan Assmann - può essere quasi chiamata classica - dice essa è un'espressione per l'insieme dei testi, delle immagini e dei riti propi ad una società ed un'epoca. La "cura" di essi stabilisce l'immagine propia e trasmette un sapere colletivo di preferenza (ma non solo) del passato. Il gruppo fonda sulla memoria culturale la sua consapevolezza della sua unità e particolarità.
La citazione originale: "Sammelbegriff für den jeder Gesellschaft und jeder Epoche eigentümlichen Bestand an Wiedergebrauchs-Texten, -Bildern und -Riten [...], in deren ‚Pflege' sie ihr Selbstbild stabilisiert und vermittelt, ein kollektiv geteiltes Wissen vorzugsweise (aber nicht ausschließlich) über die Vergangenheit, auf das eine Gruppe ihr Bewusstsein von Einheit und Eigenart stützt" (Jan Assmann 1988, 15).
Al centro dell'attenzione si trova la strutturazione del sapere culturale e la memoria é "una construzione simbolica e collettiva" (A. Assmann 2006, 33). La memoria collettiva non può essistere senza la memoria individuale per questo Aleida Assmann la definisce come una figura tridimensionale: la memoria individuale è una rete neuronale nel cervello degli uomini collegata ad una rete comunicativa. L'insieme ha una cornica sociale e dispone di codici culturali. La memoria forma degli oggetti culturali - simboli, opere d'arti, prodotti dei mass-media, prassi o istituzioni culturali speciali.





Lyonel Feininger - Woodcut of the Bauhaus-Program (1919)Theo Matejko - Poster for the Olympiade-Großflugtag (1936)



"La memoria sociale è una composizione tra lo scambio linguistico e la coordinazione delle memorie individuali. La memoria collettiva e culturale si basa sull'esperienza ed il sapere dei singoli individui trasmessi su di un volume materializzato" (Jan Assmann 1988, 34, Herv.i. Orig.)


La citazione originale: "Während das soziale Gedächtnis eine durch Zusammenleben, sprachlichen Austausch, und Diskurse hervorgebrachte Koordination individueller Gedächtnisse ist, beruht das kollektive und kulturelle Gedächtnis auf einem Fundus von Erfahrung und Wissen, der von seinen lebendigen Trägern abgelöst und auf materielle Datenträger übergegangen ist" (Jan Assmann 1988, 34, Herv.i. Orig.).
Questo significa tra l'altro che la portata della memoria sociale - alcuni autori come Harald Welzer la chiamano la "memoria comunicativa" - è limitata nel tempo. Si tratta di circa 80 anni correspondenti alla durata media della vita e per consequenza è legata alla generazione contemporanea. La memoria culturale invece oltrepassa il periodo della vita di un individuo. Li servono la construzione di istituzioni, l'allestimento di forme simboliche e delle azioni rituali e ceremoniali che oltrepassano la sfera di tutti i giorni. La memoria comunicativa dall'altra parte circola nella vita di tutti i giorni.
Non di meno le forme e le pratiche delle tre dimensioni della memoria - individuale, sociale e culturale - stanno in relazione nella pratica della memoria; la divisione è di natura analitica.



IV


"I volumi materializzati" - in poche parole: Le mass-media sono degli elementi per l'azionamento tra le informazioni della memoria. Le mass-media - e questo è valido soprattutto per l'immagine - non sono dei contenitori neutrali per il deposito. Il mezzo non è il messaggio, ma le varie tecnologie mediali definiscono le forme del "messaggio" e della sua percezione. Allora si tratta della trasmissione di una memoria e di un sapere costruiti.
Quello che resta del passato è quello che la società riesce a mettere in riferimento - ed fine a capire - con il suo presente. Fù Maurice Halbwachs che negli anni 1920 ci ha resi attenti alla dimensione sociale della memoria. La memoria è sempre anche sociale, questa è la teoria rappresentata in varie pubblicazioni: "Non esiste una memoria al di fuori della memoria sociale utilizzata dagli individui per fissare i loro ricordi ed fine per ritrovarli" (Halbwachs 1985, 121)
La citazione originale: "Es gibt kein mögliches Gedächtnis außerhalb derjenigen Bezugsrahmen, deren sich die in der Gesellschaft lebenden Menschen bedienen, um ihre Erinnerungen zu fixieren und wiederzufinden" (Halbwachs 1985, 121).
In altre parole: la memoria ha bisogno della construzione di istituzioni e di funzionamenti.




Roy Lichtenstein - M-Maybe (1965)


Sè però i ricordi dipendono dalla trasmissione sociale e dai mass-media, quest'ultimi compiono due ruoli: in primo luogo sono i "portatori" delle costruzioni simboliche (ed influiscono sù come cosa viene ricordato) ed in secondo luogo sono il posto dove vengono trasformati i riferimenti al passato. I prodotti mediali offrono diverse opzioni per l'interpretazione dei ricordi - non solamente quando vengono fissati ma anche quando vengono attualizzati dalla percezione e l'interpretazione. Inoltre si aggiunge a questo che l'esperienza del presente viene influenzato dalle medie: Conosciamo i confronti. "Era (totalmente diverso) come al cinema." Per concludere, possiamo affirmare che le versioni della realtà e del passato vengono condizionati dai mass-media.



V


Per definire il doppio carattere della funzione dell'illustrazione nella memoria ci sarà utile considerare la sua produzione separata dalla sua recezione. La produzione può essere utile per la trasmissione del sapere in una forma artistica. L'illustraizione può - intenzionalmente o non intenzionalmente - diventare una manifestazione della memoria. Lo storico d'arte Aby Warburg ha collegato già negli anni 1920 i motivi ripetitivi nella storia dell'arte con la teoria della memoria culturale. Secondo Warburg le costanti nei motivi culturali non sono l'appropriazione coscente dell'antiquità dagli artisti futuri, ma la forza dei simboli culturali che influenzano la memoria" (Erll 2005, 19). L'"energia mnemica" delle cose difesa da Warburg può essere provata solo difficilmente scientificamente, ma delle prassi estetiche e di tutti i giorni mostrano la sua essistenza: Un esempio è il disegno dei bambini che viene conservata dai genitori i quali sono fieri mostrandolo ripetutamente. Questi primi tentativi del disegno mostrano che un mezzo della memoria collettiva nè diventa uno sè un gruppo lo considera tale - anche sè non è stato concepito per questo scopo. Anche per la lavori nell'ambito professionale vale: nel momento in cui la recezione di un'immagine funziona come un mezzo di memoria, l'immagine trasmette il passato.






Aby Warburg, about 1900Mnemosyne, Plate 46


La trasmissione intenzionale del sapere è definita sè delle forme estetiche, come l'illustrazione, vengono concepite dall'inizio come mezzi della memoria ed hanno il compito di causare dei ricordi nel futuro. Un tale funzionamento dell'illustrazione si può trovare specialemente nel contesto di testi di uso quotidiano o di sussidari scientifici. Le illustrazioni funzionano come segni sistematizzati che registrano i contenuti e nello stesso momento li organizzano. Sè provocano dei ricordi vengono valutati in modo affettivo. Le stessi funzioni sono condivise anche da altri mezzi per la formazione della memoria culturale, ma l'illustrazione viene spesso utilizzata per visualizare delle emozioni - è utlizzata per fissare i sentimenti.
I compiti dei mezzi della memoria - in generale, o particolarmente per i mezzi internazionali della memoria - sono le tre funzione del salvare, circolare e manifestare del sapere. Così è possibile una forma dell'organizzazione del saper indipendete del tempo e dallo spazio. Questi mezzi diventano degli oggetti della memoria nel momento della loro canonizzazione - degli esempi sono delle opere famose della storia della letteratura, come "l'Iliade" di Omero o "Alla ricerca del tempo perduto" di Proust. Degli esempi della storia dell'illustrazione sono Melchior Lechter che ha illustrato molti libri del poeta Stefan George e Aubrey Beardsley che ha illustrato per Oscar Wilde "Salome".



VI


Con l'illustrazione viene riflesso, raggrupato e trasmesso il sapere, però per la memoria serve (anche) la costruzione di istituzioni. Quali sono queste strutture che ancorano la memoria? Sè ci basiamo sull'"Illustrative", l'esposizione ed il foro che raggruppa l'intera sfera dell'illustrazione e della grafica artistica, siamo per le discussioni sulla memoria nel concetto del museo. Il museo appartiene al contesto della metafora degli edifici con la quale la memoria viene descritta da tempi. Due aspetti differenti evocano la memoria nell'idea del museo: In primo luogo l'esposizione pubblica (memoria funzionale) ed in secondo luogo il deposito, l'archivio (memoria registrata). L'archivio non deve essere considerato immobile, perchè fà prova di cambiamenti permanenti. Anche i processi della memoria devono essere percepiti come dinamici. Al momento possiamo osservare la dinamica più grande nelle mass-media su Internet. Qui è nato un museo virtuale che offre la possibilità di guardare e comprare l'arte indipendemente dal tempo e lo spazio.
L'ultimo punto è uno sviluppo culturale industriale, ma anche comodo del "museo immaginario". Con questa espressione André Malraux 1947 ha descritto il carattere riproduttivo e ubiquo dell'arte attraverso i mezzi tecnici. D'allora quando Malraux ha sviluppato le sue idee sulle consequenze dello stampo e della fotografia sull'arte, le tecnologie dei mass-media hanno cambiato rapidamente. I computer offrono delle possibilità della produzione, registrazione e distrubuzione, ma anche della manipulazione dei dati mai pensate. La domanda centrale per la memoria collettiva "Come e con quale scopo viene trasmesso il sapere rilevante per un gruppo da una generazione all'altra?" (A. u. J. Assmann 1994, 117) viene chiesta sempre più spesso. Oggi l'organizzazione del sapere significa in primo luogo il trattamento dei dati sempre disponibili e che le informazioni si possano trovare facilmente. Il collegamento di Benjamin del presente con il passato attraverso l'immagine deve essere allargata: con la rilevanza. Perchè il problema della società dell'informazione non è la memoria, ma a causa della densità delle informazioni la dimenticanza.



Dr. Sandra Nuy è politologa all'Università di Siegen. Le sue ricerche sono concentrate sulla politica, le mass-media come pure sulla cultura politica. Sandra Nuy pensa che il suo interesse per la teoria dell'arte attuale (soprattutto per l'illustrazione), il quale è piuttosto particolare per una politologa, provenga dalla sua lunga occupazione con le culture della memoria.
Questo testo sarà pubblicato prossimamente in una edizione dell'Illustrative.



Letteratura citata
Assmann, Aleida und Jan: Das Gestern im Heute. Medien und soziales Gedächtnis. In: Klaus Merten, Siegfried J. Schmidt, Siegfried Weischenberg (Hrsg.): Die Wirklichkeit der Medien. Eine Einführung in die Kommunikationswissenschaft. Opladen 1994. S. 114-140.



Assmann, Aleida: Der lange Schatten der Vergangenheit. Erinnerungskultur und Geschichtspolitik. München: Beck 2006.



Assmann, Jan: Kollektives Gedächtnis und kulturelle Identität. In: Ders./ Hölscher, Tonio (Hrsg.): Kultur und Gedächtnis. Frankfurt/Main 1988. S. 9-19.



Benjamin, Walter: Das Passagen-Werk. Gesammelte Schriften. Band V.1. Hrsg. von Rolf Tiedemann. Frankfurt am Main: Suhrkamp 1991.



Erll, Astrid: Kollektives Gedächtnis und Erinnerungskulturen. Eine Einführung. Stutt-gart: Metzler 2005.



Halbwachs, Maurice: Das Gedächtnis und seine sozialen Bedingungen. Frankfurt/Main 1985.



Welzer, Harald: Das kommunikative Gedächtnis. Eine Theorie der Erinnerung. Mün-chen: Beck'sche Reihe 2005.


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